Un altro mesetto e poi…

…e poi Giosi e i suoi, a meno di un miracolo (o delle elezioni politiche a marzo o aprile), dureranno sino alla fine del mandato. Un’autentica disdetta per il Paese tutto, ormai stanco di questa presenza/assenza di governo al Comune, se non per modulare una serie interminabile di “cazzetti propri” finalizzati a tenere unita la barca più a lungo possibile, senza scontentare nessuno.

E la disdetta più grande non è ancora cominciata: essa, infatti, avrà inizio allorquando, dalle pieghe di un bilancio del tutto fasullo, comincerà la classica “menat ‘e cunfiett” per ingraziarsi un elettorato che (almeno lo spero) stavolta non dovrebbe farsi più abbindolare.

Intanto, anche i balneari (dopo gli albergatori) e i concessionari di specchi acquei sono sul piede di guerra. Stando alle parole di Giuseppe La Franca di FIBA Confesercenti, che oggi è venuto a trovarmi con alcuni associati, la Bernasconi Gang starebbe per notificare alcuni accertamenti TARSU sulle aree demaniali, considerando con tanto di arretrati sin dal 2007 la totale superficie effettiva e non la riduzione ad una minima percentuale delle aree scoperte, come contemplato in passato dall’Amministrazione Brandi. In effetti, starebbe per accadere quanto da me preannunciato in consiglio comunale per i concessionari di spiagge, al pari di quelli dell’area portuale (e forse anche a quelli operanti in specchi acquei esterni). E di questi tempi, per così tante aziende a conduzione familiare non sarebbe certo un toccasana!

Ecco perché, d’accordo con il collega Giuseppe Di Meglio, stiamo per inoltrare una richiesta di convocazione urgente del Consiglio Comunale per discutere di questo delicato argomento, sperando che la sensibilità del Presidente Di Meglio (anima mai troppo critica, insieme a Carmine Bernardo, di questa infelice maggioranza) non lo releghi all’ultimo posto di un ordine del giorno fin troppo nutrito.

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Monte Vezzi e depurazione: si intravede il traguardo?

Quei resti sono ancora lì, intatti, a ravvivare il ricordo di quel tragico 30 aprile del 2006, in cui i tre “graffi” del Monte Vezzi rubarono la casa e la famiglia a Lina Migliaccio, ma soprattutto la tranquillità e la gioia di vivere in casa propria a una ventina di famiglie della zona.

Oggi, nel consiglio comunale di Ischia, dopo quattro anni e otto mesi da quella tragica giornata, la Regione Campania targata Caldoro pare che abbia finalmente portato fatti concreti, anche se con grave ritardo, sia rispetto all’inizio dei lavori di “mitigazione del rischio” in quella zona, sia per la costruzione di diciannove alloggi per le famiglie sfollate: risultati, questi, che sarebbero potuti arrivare con largo anticipo, se undici irresponsabili non avessero anteposto il proprio disegno sovversivo alle esigenze di quella povera gente, firmando quattro anni e quattro mesi fa per lo scioglimento anticipato dell’Amministrazione Brandi.

Le buone notizie, però, sono arrivate anche in materia di depurazione. Ancora tre anni -se tutto andrà bene- per il completamento e la messa a regime del depuratore di San Pietro. Ma nel frattempo, manutenzione straordinaria delle nostre sette condotte fognarie, adeguamento degli scarichi industriali a quelli domestici e installazione di sette microdepuratori biologici che altrove hanno fornito ottimi risultati. In pratica, un passo decisamente concreto per una politica ambientale che comincerebbe a tutelare sul serio la qualità del nostro mare, che stavo invocando da tempo negli ultimi consigli comunali a Ischia e che mi ha attirato le reazioni smodati di chi ancora concepisce la politica in modo a dir poco semplicistico.

E’ stata una buona giornata, per tutti!

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Comune d’Ischia-Ice Snei: delibera approvata da tempo, ma…

Eccolo qua! Questo terreno di 1667 mq, secondo le valutazioni dei grandi strateghi del Comune di Ischia (che quanto a finanze e patrimonio stanno dimostrando di non capirne nemmeno un fico secco), vale 800.000 euro. O meglio, un appartamento da oltre cento metri quadri al Corso Vittoria Colonna di proprietà del Comune, più un conguaglio cash da 300.000 euro.

Ma alcune riflessioni sono d’obbligo, non prima però di ricordare che sono tra i sostenitori della realizzazione urgente del parcheggio di Sant’Alessandro, di cui quel terreno dovrebbe essere la sede naturale, anche se per tale scopo non è detto che si debba spendere più del dovuto in danaro e beni pubblici.

Ciò premesso:

1) Come mai la delibera già approvata dalla Giunta Comunale di Ischia il 26 ottobre scorso non è stata ancora pubblicata, a causa (questo il motivo ufficializzatomi oggi per iscritto dalla Segreteria Generale) della mancata firma del Sindaco a tergo del provvedimento, nella sua qualità di presidente della Giunta? Forse le famose valutazioni in ordine alla soccombenza nei ricorsi pendenti e, di conseguenza, sul reale valore del terreno richieste dal Consiglio Comunale nella delibera n°3 del 25 febbraio (valutazioni che, purtroppo, nessun cittadino -me compreso, capogruppo consiliare di minoranza- ha avuto ancora modo di leggere) non sono del tutto convincenti?

2) Come mai tutte le altre delibere di Giunta approvate nella stessa seduta del 26 ottobre sono state invece approvate, firmate dal sindaco Ferrandino e regolarmente pubblicate da tempo?

3) Come mai Ferrandino e compagni non hanno tenuto finora nella benché minima considerazione la proposta presentata da un cittadino che, per quanto è dato saperne, avrebbe offerto per l’appartamento Durante (quello oggetto della permuta, per intenderci) la “modica” cifra di 550.000 euro?

4) Chi è, in seno all’amministrazione di Giosi Ferrandino che ha la “fregola” di chiudere ad ogni costo (è il caso di dire) questa transazione, quando i due giudizi pendenti al T.A.R. e al Consiglio di Stato (di cui, sin da luglio, ho invocato ai rispettivi Presidenti e al sindaco d’Ischia di sollecitarne la definizione) potrebbero consentire con tutta probabilità un notevole risparmio di danari per le già troppo provate casse comunali?

5) Giusto per sapere, infine: può un amministratore pubblico occuparsi di transazioni immobiliari riguardanti l’Ente, a mò di vero e proprio agente immobiliare (una delle poche professioni che richiede ancora una competenza specifica e un’iscrizione all’apposito albo) e, magari, percependo anche una provvigione dal privato? (Qui la risposta è abbastanza scontata, vero?)

Nel frattempo, ho ben pensato di informare il Prefetto di Napoli su quanto accaduto. Chissà che prima o poi almeno lui riesca a spiegare a Giosi Ferrandino e al suo codazzo che il Comune di Ischia non è casa loro e che è tempo di smetterla di giocare al Monopoly con i beni di tutti!

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