Un angolo del mio cuore sarà Suo per la vita!

(da TgIschia.it)

Alessandro aveva meno di un anno, ma non esitai nemmeno un secondo –nonostante le perplessità di Catrin- a portarlo con noi, quel 5 maggio del 2002, al Piazzale Aragonese di Ischia. Da grande, ero certo che mi avrebbe ringraziato, che sarebbe stato fiero di aver incontrato in sì tenera età un Uomo che, pochi anni dopo, avrebbe imboccato la strada della Santità, al cospetto di Dio.

La coda per salire sul palco era fitta, nonostante le accuratissime disposizioni di sicurezza impartite dalle autorità vaticane. Alessandro piangeva di insolita insofferenza e io pregavo affinché la mia fermezza nel volerlo portare a tutti i costi con me non stesse provocandogli, a soli undici mesi, uno stress immeritato. Ma a un paio di metri da quel signore dall’aspetto tanto dolce quanto sofferente, il mio piccolo primogenito ritornò d’incanto nella sua serenità abituale, ritrovando il sorriso, lasciandosi forse stregare –come me e più di me- dal Suo sguardo profondo, metallico, penetrante. Io, in ginocchio, tenevo Alessandro sotto il mio braccio sinistro, mentre con l’altro stringevo la mano di Wojtyla, avvicinandola alle mie labbra per poi sfiorarla con un rispetto fin troppo vicino all’autentica devozione.  A stento riuscii a sentire l’amorevole presentazione di Padre Filippo Strofaldi : “Ecco il nostro Davide, Santità!”, quasi estasiato dalla vicinanza con quell’Uomo per la cui venuta ero stato chiamato, indegnamente, a lavorare e contribuire sin dalla fine dell’anno precedente. Ero lì, a un passo da Lui, del tutto pervaso dall’emozione, come in una dolce ipnosi e incapace di dire altro che un impacciato: “Santità, Lei non immagina il regalo che ci ha fatto oggi”; ma mi venne così, toto corde. Più di una volta dovette insistere l’allora Don Stanislav Dziwisz per farsi sentire, dicendomi: “Gli dia il bambino!”. Lo prese tra le Sue braccia, con quel fare paterno che migliaia di volte gli abbiamo visto adottare in tv nell’accogliere a sé i “pargoli” che tanto amava, proprio come Gesù, per poi benedirlo e baciarlo amorevolmente.

Senza neppure accorgermene, scesi le scale di quel meraviglioso palco a vela in uno stato semiconfusionale, tra la commozione e il trance, non ancora consapevole che quei circa venti, indimenticabili secondi sarebbero inspiegabilmente durati per sempre: nel corpo, nella mente, nell’anima. Se ne avvide Bruno Basentini il quale, sorridendomi, mi diede una pacca sulla spalla, quasi per riportarmi alla realtà ma senza per questo voler interrompere la magia di un incontro che, dai lucciconi nei suoi occhi, aveva fortemente segnato anche lui.

Oggi Alessandro ha dieci anni e, forse più di noi adulti, insieme alla foto nella sua cameretta, conserva gelosamente il ricordo di quel Papa che passò per Ischia e che, all’ombra del Castello, lo accolse tra le sue braccia. Anche per questo, un angolo del mio cuore sarà Suo per la vita!

 

Share and Enjoy:
  • FriendFeed

Commenta

Devi effettuare il login per postare il tuo commento.