Mare pulito, parliamone sin da ora, finalmente e seriamente!
Stasera in consiglio comunale, nell’ambito delle dichiarazioni di voto sul riequilibrio di bilancio, sia il collega Paolo Ferrandino che io abbiamo toccato il tema della depurazione, prendendo spunto -per quanto mi riguarda- dal mio intervento nella precedente seduta (21 settembre u.s.) in cui auspicai un’azione forte da parte del civico consesso in direzione del rispetto della normativa provinciale in materia. In sintesi, dopo un’estate che se vogliamo è stata decisamente migliore della precedente sotto l’aspetto della qualità del mare, chiesi di intraprendere a breve, proprio a stagione quasi conclusa, ogni azione affinché tutte le aziende interessate dalle nuove direttive sul trattamento delle acque reflue programmassero sin da ora gli interventi necessari ad allinearsi alle stesse, seppur gradualmente, in modo da stringere sempre più il cerchio sulle reali responsabilità di seppur rari momenti di inquinamento e porsi così al di sopra di ogni sospetto.
Nel suo intervento di stasera, Paolo ha assunto una posizione forte verso il completamento dei lavori di realizzazione del grande depuratore in località San Pietro, ma al tempo stesso ha tentato -pur riconoscendo la notevole portata politica del mio intervento- di distogliere l’attenzione dalla mia richiesta che a suo avviso, se “presa in parola” dalla Provincia, potrebbe produrre effetti devastanti tra le aziende, mentre il completamento del depuratore al San Pietro risolverebbe una volta e per tutte, ma soprattutto per tutti, il problema.
I nostri, purtroppo, sono due modi diversi di intendere la politica: da una parte, continuare a “non svegliare il can che dorme” (come dire “nun guastamm iuoc!“); dall’altra, la volontà di prender di petto un problema annoso e dalla soluzione non più rinviabile, specie con la scusa che quando troviamo presenze sgradevoli in superficie mentre ci accingiamo a fare il bagno, sia solo colpa delle correnti o del depuratore di Cuma che non funziona.
Di certo non è il momento giusto, per le piccole e medie imprese, di sostenere nuovi investimenti infrastrutturali, ma non è neanche logico attendere sine die che la coscienza civile di amministratori e imprenditori si renda conto che pregiudicare la qualità del nostro mare significa mettere ancor più a rischio il nostro futuro, quello dei nostri figli e, non ultimo, delle nostre aziende.
Per giunta, ancora una volta bisogna uscire dalla considerazione campanilistica del problema: anche quando Ischia e Barano avranno risolto i loro problemi con il depuratore di San Pietro, se gli altri quattro Comuni non si allineeranno con soluzioni di pari entità, o comunque in grado di garantire risultati analoghi in modi diversi, sarà tutto inutile! E’ pleonastico, infatti, ripetere ancora una volta che la scontata visione “diviso sei” che ci appartiene da sempre, per i nostri Ospiti è invece un unicum indissolubile. E se in tv si parla di mare inquinato -ad esempio- a Citara, nessun cronista parlerà di Forio, ma dell’ISOLA D’ISCHIA, coinvolgendo il giusto con il peccatore. Così come non ci si può cullare sul fatto che anche Capri, come emerso dai recenti eventi dell’estate trascorsa, non sia in condizioni tanto migliori delle nostre: di questi tempi, cavarsela con la soluzione “mal comune, mezzo gaudio” non è certo saggio.
Qualche domanda sorge spontanea! Una per tutte: che fine ha fatto il progetto proposto dall’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” che prevedeva, con fondi della Provincia di Napoli (solo 800.000 euro), l’installazione di otto depuratori biologici posti agli sbocchi fognari delle isole di Ischia e Procida? Ledeva forse gli interessi di qualcuno? Perché non andare a fondo e valutare l’effettiva validità di una proposta del genere, che comunque non cozza con la mega-struttura regionale in corso (speriamo) di ultimazione?
Ecco perché -non me ne voglia Paolo- farò in modo che alla conferenza dei capigruppo convenuta con il Presidente del Consiglio Comunale Isidoro Di Meglio, a cui faremo in modo che partecipi un dirigente regionale dell’Assessorato all’Ambiente, si parli seriamente anche di azioni congiunte con gli altri Comuni per scongiurare il rischio che dalla prossima stagione si possano nuovamente nutrire dubbi sulla perfetta balneabilità del nostro splendido mare, coinvolgendo -perché no- anche la stessa Provincia di Napoli.
Per chi programma seriamente il turismo, non c’è tempo da perdere: la stagione 2011 è già alle porte! Per chi si sente sul serio “classe dirigente”, recitare la propria parte, invece, significa andare oltre certe prudenti quanto ormai inutili consuetudini. E io sono pronto, nonostante qualche sciacallo non esiterà ad additarmi per non essermi fatto “i c…i miei“.