Dove scappi, Muscariello?

Quando il 26 luglio scorso il quotidiano IL GOLFO pubblicò la notizia di un sms di minacce del tipo “Ti faccio arrestare come Zabatta…“, indirizzato da un componente della Giunta Ferrandino al Presidente di Ischia Risorsa Mare, Luigi Muscariello, pensai subito di richiedere l’inserimento di quell’argomento all’ordine del giorno del consiglio comunale. Lo feci non certo per cavalcare demagogicamente un episodio che poteva ledere la già precaria stabilità della maggioranza, ma perché avendo da sempre combattuto le “cose storte” e presumendo chi potesse essere l’autore di un messaggio di tale tenore, ritenevo che il giovane avvocato alla guida di Ischia Risorsa Mare, sebbene di espressione politica avversa, meritasse una sorta di difesa.

Allo stato, invece, c’è più di qualche semplice dubbio sull’onestà intellettuale legata al comportamento di Luigi Muscariello: come ho avuto modo di dire in consiglio comunale, sarebbe bastato venire in aula (anziché assentarsi per l’ennesima volta, mettendo peraltro in difficoltà la sua stessa maggioranza, Sindaco in testa) e dichiarare: “Mi dispiace, quel messaggio non l’ho mai ricevuto, stiamo parlando del nulla!” per zittire fino a prova contraria chi ne aveva richiesto l’intervento (quindi, me in primis).

Di conseguenza, mi chiedo: ma dove (o forse… da cosa, o ancora… per conto di chi) scappa Luigi? Non depone bene per un praticante avvocato sottrarsi a un pubblico confronto; ancor meno per il Presidente di un’azienda totalmente partecipata dal Comune di Ischia che se ne infischia delle direttive di chi lo paga; peggio ancora se pagato per condurre in maniera assolutamente discutibile, insieme ai suoi colleghi del consiglio di amministrazione, una partecipata che nacque per essere la vera e propria cassaforte del Comune e che in poco più di tre anni di amministrazione targata Ferrandino e compagni è ormai ricolma di debiti e ad oggi non ha ancora approvato il bilancio 2009, in perfetta sintonia con la scellerata politica in materia economico-finanziaria condotta a palazzo.

Canta capone, ca Natale pure véne“.

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