I soliti bilanci. Ma…

Mister Carlo Ancelotti (photo: Gazzetta)

Un altro campionato sta per terminare per il Napoli. La Champions League è ormai blindata anche per il prossimo anno, lo scudetto è andato ai soliti noti per l’ottavo anno di fila e gli Azzurri restano ancora una volta probabili ottimi secondi.

Campionato fallimentare? Assolutamente no. E’ stato il primo anno di Carlo Ancelotti in panchina e, a mio giudizio, difficilmente avremmo potuto pretendere di più. Eccoci però pronti a valutare le prospettive per la prossima annata calcistica, laddove non ci saranno più scusanti sulla programmazione di determinati obiettivi, se realmente si intenderà perseguirli. I soliti bilanci di fine stagione? Forse, ma…

Della serie: se De Laurentiis, come credo, ascolterà le eventuali richieste del suo allenatore ormai plenipotenziario per rafforzare l’organico (a mio avviso, per provare ad essere competitivi a tutti i livelli, serve un nuovo acquisto di indubbia consistenza per ciascuno dei reparti), significa che il progetto assumerà finalmente la concretezza che tutti ci aspettiamo. Diversamente, avrà ragione chi accusava il nostro ottimo mister di essere venuto a Napoli a “prendere la pensione e sistemare la famiglia“, accondiscendendo alla politica sparagnina del Presidente che tende a sopravvivere con la virtuosa e redditizia zona Champions, senza ulteriori pretese.

Tifosi sì, ma con gli occhi aperti. Aspettando novità serie sullo stadio.

#avantiNapoli

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Buon compleanno,
meraviglioso pericoloso web!

L’inventore del web, Tim Berners-Lee (photo da etiprivacy.it)

Dopo ben trent’anni dalla nascita del web, sarebbe il caso di interrogarci un po’ tutti su pregi e difetti di questa meravigliosa risorsa universale.

Da una parte vi è l’incredibile quantità d’informazioni a disposizione di tutti, un grande aiuto per chiunque abbia bisogno di una risposta immediata e, nella maggior parte dei casi, corretta. Dall’altra, sussiste il rischio di una pericolosa cultura autoreferenziale che atrofizza la conoscenza allo stato puro e lascia rifugiare l’individuo nel suo motore di ricerca che, apparentemente, è in grado di dirgli tutto, ritenendolo talvolta in grado di sostituire finanche il consiglio di un medico o di un avvocato.

Anche nell’informazione ci sono vantaggi e svantaggi: sotto tale profilo, il web ha senza dubbio accelerato i tempi della notizia, offrendo terreno fertile alle breaking news e rendendo talvolta “vecchie” le pagine del quotidiano del giorno dopo, costrette a rifugiarsi nell’approfondimento e nell’opinionismo più o meno autorevole. E’ altrettanto vero, però, che le famigerate fake news sono indubbiamente figlie del web e di chi, in modo mirato, utilizza specialmente blog e social network per diffonderle, cavalcando il popolo degli aficionados della rete.

Resta, inoltre, nonostante le svariate forme di prevenzione e controllo, la forte presenza di contenuti a rischio, in particolare per i minori, insieme alla presenza incombente di fenomeni come la pedofilia on line, le frodi informatiche e il cyber-bullismo; senza per questo dimenticare il rapporto sempre più biomediatico dei nostri adolescenti con il loro smartphone e con la necessità di essere “connessi”, sempre e comunque, a discapito delle più elementari relazioni di base con il prossimo.

Possiamo quindi dire, dopo trent’anni, che il vertiginoso progresso tecnologico ed informatico in particolare ha dovuto scendere a patti con un fenomeno, quello del web di Tim Berners-Lee, che per la sua stessa meravigliosa capacità di svilupparsi ed arricchirsi continuamente nei contenuti e negli aggiornamenti, resta una piattaforma perfettibile e, per certi aspetti, pericolosa, come riconosciuto dal suo stesso “inventore”.

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Così non Var bene!

(photo: Panorama)

Di ritorno dal trionfo di Parma, così come non ho avuto il tempo per il rituale sfottò agli amici interisti, non ho neppure avuto modo di osservare con attenzione l’episodio del rigore che ha fruttato il pareggio in extremis della Fiorentina ai danni dell’Inter.

Con l’onestà intellettuale che credo mi contraddistingua, penso di poter affermare senza timore di smentita che l’interpretazione dell’episodio in questione sia oltremodo preoccupante e metta seriamente in discussione la buona fede dell’arbitro e degli operatori al VAR.

Sono sempre stato un convintissimo sostenitore della tecnologia in campo e credo tuttora che sia il filtro ideale per arginare favoritismi e rimediare ad errori: tuttavia, episodi come quello di ieri, che vanno oltre qualsiasi forma di -superflua- polemica di parte, lasciano riflettere seriamente sulla necessità di provvedimenti che responsabilizzino in modo oggettivo ed inequivocabile i comportamenti dell’arbitro e dei suoi supervisor al “mezzo tecnologico”, ma che soprattutto evitino la reiterazione di certi errori e del modo spesso palese ed inevitabile di compensare, a posteriori, i piagnistei di dirigenti particolarmente avvezzi a certe abitudini federali.

Solidarietà all’Inter, quindi. Oggi a loro, domani, speriamo, più a nessuno!

(photo: Panorama)
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Uno, dieci, cento, mille Antonio
“made in Ischia”!

Le notizie come quella pubblicata da IL DISPARI sull’importante riconoscimento ottenuto dal nostro concittadino Dott. Antonio Di Meglio sul tema della ricerca oncologica non possono che renderci orgogliosi.

In un momento in cui la nostra realtà locale pone sempre maggiori difficoltà innanzi ai nostri giovani, spesso impedendo loro di identificarne gli obiettivi, e i rapporti nel sociale sono talmente logori da lasciar prevalere sistematicamente l’invidia e l’arroganza al di sopra di ogni buona norma di rispetto e civile convivenza, sapere che un ischitano d.o.c. (per giunta, figlio di amici e persone perbene) si faccia talmente onore lontano dalla nostra Isola e in un settore così importante, non può che essere motivo di autentica gioia.

Bravo, Antonio! Mi unisco, con la mia famiglia, alla gioia di Mamma Teresa, papà Ciro e di tutti i Tuoi cari per questo splendido risultato. Ad maiora!

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Stavolta più “lato B” che Rube.

Non è Lazio-Juventus di ieri la partita in cui evidenziare l’abituale ladrocinio rubentino. Se una squadra che ha il 70% di possesso palla in tutto il primo tempo non concretizza neppure una delle innumerevoli palle gol create contro l’altra che neppure è riuscita a tirare in porta, la colpa è solo della sua inconsistenza.

E’ vero! Forse un rigore come quello, al Napoli non l’avrebbero fischiato. Ma è altrettanto vero che, come su Callejon contro il Chievo, al posto dei Gobbi ne avremmo parlato per due settimane.

Di contro, un attimo dopo aver subito il gol, Allegri ha messo in campo uno come Bernardeschi che, pur sedendo in panchina, ha dimostrato tutto il suo valore, dando alla squadra la spinta necessaria per concretizzare, contro ogni previsione, quella solita dose di “lato B” che mai le manca, specie quest’anno.

Il Napoli continui la sua corsa senza particolari patemi, concentrandosi a consolidare ulteriormente il suo secondo posto e le presenze nelle due Coppe. E come ha scritto il mio amico Seby, “aspettiamo il 10 marzo“.

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