Valium per tutti: e il Paese “ce va pe’ssott”

La politica al “Valium” di Giosi Ferrandino ha ormai contagiato l’intero Comune di Ischia. Oggi, nell’andare a comprare un panino, la salumiera mi chiedeva: “Dottò, ma chist ann pe ll’elezion nun se sent proprio nient. Ma quanta ‘llist ce stann? Chi è u’sinnec?“. La disinformazione impera in un elettorato sempre più disorientato e pronto ancora una volta ad accodarsi al più forte, tentando di spuntare nel modo migliore i “cazzetti” propri, senza tener conto dei tantissimi inganni di un sindaco che ha messo il Paese sotto i piedi, lasciandolo sprofondare in un mare di debiti e pronto ad abbandonarlo, l’anno prossimo, in cambio di un posto in Parlamento.

Chi è responsabile di tutto ciò? Certamente gli addetti ai lavori! Tutti, chi più chi meno, hanno contribuito in modo inequivocabile ad aiutare Giosi Ferrandino, Domenico De Siano e il loro pastrocchio PD-PDL ad avere terreno sempre più fertile, giungendo ancora una volta a tredici giorni dalla presentazione delle liste senza un’alternativa chiara, forte e soprattutto ben nota all’elettorato per tentare di dire basta ai cinque, disastrosi anni dell’amministrazione uscente.

Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso? Onestamente, non mi sento minimamente responsabile di tutto ciò: ho fatto il mio dovere per altri cinque anni, il resto è sotto gli occhi di tutti!

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Adesso, dopo la sconfitta, il futuro!

Ho sintetizzato in poche parole su Facebook la partita di stasera contro il Chelsea, che ci ha escluso dai quarti di finale della Champions League 2011/2012: “Il Chelsea ha giocato la partita della vita, noi no! Il risultato è meritato“. E lo credo veramente!

Per vincere questo genere di partite servono cuore, mente, gambe e… giocatori di livello. Il Napoli di stasera ha utilizzato i primi tre elementi a corrente alternata, sommando questa pecca alle occasioni mancate nella gara d’andata e subendo una quantità di gol nella stessa gara del tutto insolita. Quanto ai giocatori di livello ed esperienza, sappiamo tutti di dover essere già fin troppo grati ad un organico che ha mille falle, ma che continua a regalarci risultati e piazzamenti di tutto rispetto, sia in campionato che in Europa.

Uscire stasera fa male, è vero, ma impone riflessioni importanti per il futuro. Al Napoli 2012-2013 servirà ben più di un ritocco e, soprattutto, la convinzione del Presidente De Laurentiis (che ha appena dichiarato “Dopo stasera, ho voglia di continuare! Non ho nulla da recriminare“) di non rinunciare per nessun motivo -a meno degli improbabili 50 milioni di sterline di cui ha parlato ieri in inglese su SkySport– ai pezzi migliori tra i nostri giovani campioni, che possono e devono rappresentare la base della squadra e del progetto per il futuro.

E adesso, il campionato continua: non dimentichiamolo!

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Niccolò Ielasi, ancora lui, dagli States

Il giovane pianista ischitano Niccolò Ielasi, già da tempo ammesso dopo l’esordio alle clinics Umbria Jazz al Berklee College of Music di Boston, ha conseguito la menzione d’onore nella “Dean’s List” del semestre autunnale 2011, ovvero la graduatoria degli studenti part time o full time più meritevoli della prestigiosa istituzione del Massachusets. occorre raggiungere una media valutativa particolarmente alta per ottenere tale prestigiosa onorificenza e Niccolò, ancora una volta, è riuscito a non tradire le ottime premesse che da tempo lo proiettano con grandi prospettive nel panorama musicale che conta. E’ stato proprio l’ufficio “Media Relations” della Berklee a chiedere a Niccolò di inviare il comunicato stampa ai mezzi d’informazione locali della sua città, ritenendoli “the best places to approach with a notice like this”.

Al comunicato stampa ufficiale, mi permetto di aggiungere poche parole. Il legame con la famiglia Ielasi non nasce certamente oggi e, per forza di cose, ho visto crescere Nikko. Sembra ieri che, da bambino tanto talentuoso quanto naturalmente timoroso, mi volle accanto per un’insolita duo-performance alla scuola di musica Yamaha; ed era il 7 settembre 2006 quando, nell’Arena Mirtina, appena tredicenne, non esitò a raccogliere l’invito di Tullio De Piscopo, sedendosi al piano davanti a centinaia di persone e guidando la band con un piglio da esperto in un blues super-applaudito.

Onestamente, per quanto le clinics di Umbria Jazz e la “migrazione” a Boston abbiano rappresentato il vero trampolino di lancio per questo figlio della nostra terra, ad Ischia non siamo mai stati in pochi ad esser convinti che le qualità di Nikko, prima o poi, avrebbero trovato la strada giusta. Adesso, l’importante è restare con i piedi per terra, un pò come essere sempre all’inizio, pronti a mettersi continuamente in discussione. Vero, Nikko?

 

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