Giosi: il re è solo

L’autocelebrazione di Giosi Ferrandino e della sua ormai logora amministrazione, pervenuta un pò in tutte le case del Comune in occasione delle feste natalizie, non riesce a celare tutti i guai che attanagliano l’ex sindaco di Casamicciola e che lo vedono ormai alle corde. In altre parole, rispetto alla sua impopolarità crescente, non c’è lettera che tenga.

Nella sua epistola, Giosi non può far altro che parlare di opere pubbliche, forte del fatto che non tutti i cittadini (giustamente) siano addetti ai lavori o competenti del ramo, in modo che la semplice enunciazione riesca a celare loro tutti i pessimi retroscena del suo personalissimo modo di condurre il settore, visto che per lavori pubblici e bilancio egli continua a conservare la deleghe. Inutile dire che non c’è traccia di risanamento di bilancio, né di pianificazione turistica degna di essere definita tale, né di misure antitraffico, né tampoco di provvedimenti per l’incentivazione di una sana imprenditoria che riesca a far fronte almeno in parte alla grave crisi occupazionale della nostra gente.

Ma soprattutto, le beghe interne al suo gruppo di potere sono sempre più evidenti. Si aspetta solo il momento in cui la spaccatura con Carmine Bernardo e Isidoro Di Meglio (sempre più politicamente uniti contro il predominio Ferrandino-Boccanfuso) si consumi irrimediabilmente. E intanto, ciò che emerge con forza, è che Giosi tende sempre più ad isolarsi dai suoi. Un pò come accadde per Peppe Brandi negli ultimi mesi del 2006 (prima che, ad agosto di quell’anno, venisse sfiduciato), è ormai sotto gli occhi di tutti il fatto che il sindaco Ferrandino si faccia vedere in pubblico sempre più da solo. Il suo codazzo di aficionados, infatti, sembra essersi ridotto alla solita “Pustèra”, ai due fidi cugini e a pochi amici, un pò come se tutti gli altri, prima pronti a seguirlo un pò ovunque, oggi preferissero prendere le distanze da lui: lo abbiamo notato alla “spaccata di chiazza” di Sant’Alessandro (erano solo in sette, tra assessori e consiglieri), alla Festa di Capodanno in Piazza (un paio), alla celebrazione della pace convocata da Don Carlo (tre o quattro) e al Concerto Gospel allo Spirito Santo (in quest’ultima occasione, dove è andato a scroccarsi un immeritato momento di visibilità, visto che il Comune non ha dato un solo euro di contributo al consorzio di Ischia Ponte, Giosi era addirittura solo soletto). Altrettanto solo, giusto per completare l’elenco, nei monologhi della trasmissione del venerdì presso la tv prezzolata e filogovernista.

E se il re è solo, aspettiamoci presto un “colpo di stato” (foss’a Maronn…).

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