Fine anno italo-ischitano

 

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(da ILDISPARI.IT del 31 dicembre 2014)

Ci lascia un anno che non oso definire “particolare”: ogni anno è, a modo suo, l’accompagnatore forzato di ciascuno di noi per dodici mesi, insieme ad una serie di eventi che in maniera diversa, ognuno per il suo verso, lasciano il segno.

Speranza, rabbia, ribellione, antipolitica, ottimismo, difficoltà, intraprendenza, amore, odio, intolleranza, comprensione, parassitismo, dolcezza, violenza rappresentano solo una piccolissima parte di quei sentimenti che ci pervadono nei diversi momenti vissuti in cinquantadue settimane. Il difficile, credo per tutti, sta nel riuscire a mettere ordine tra di loro, cercando di bilanciare nel migliore dei modi azioni e reazioni. Tutto qua e… scusate se è poco!

L’Italia non vive senz’altro uno dei suoi momenti migliori; e l’isola d’Ischia, giusto per non essere da meno, cerca di “tenere il passo”, infilata com’è da tempo in un cul de sac da cui solo uno scatto d’orgoglio di quelli memorabili e soprattutto collettivi, in termini di senso civico e di responsabilità, potrà farla uscire.

Nel 2015 avremo un nuovo Capo dello Stato, ma quasi sicuramente resteremo con un vecchio “senso dello Stato” che difficilmente ci farà approdare a qualcosa di buono. Così come sarà alquanto probabile che ad Ischia avremo un nuovo eurodeputato, pronto però a lasciare il suo Comune in una situazione amministrativa a dir poco caotica, foss’anche con un nuovo Sindaco (magari degno di quella maiuscola di cui privo volontariamente Giosi Ferrandino da sette anni e mezzo a questa parte) che traghetterà il Comune capoluogo e Serrara Fontana, insieme ai quattro già in carica, verso il tanto agognato Comune Unico. In altre parole, prevarrà ancora una volta una visione personalistica della politica, a danno di quel Paese che tanti vogliono servire ma che, alla fine, riescono solo ad asservire alle proprie ambizioni.

Il mio pensiero va ai giovani, a quelli che hanno terminato l’università e non sanno dove trovar lavoro, a quelli come mio figlio maggiore che alla fine di quest’anno scolastico dovranno affacciarsi al complicatissimo panorama delle scuole superiori e, perché no, ai bambini delle materne e delle elementari, ancora immersi nella gioia della loro tenera età e ignari dell’importanza di quelle scelte che tra qualche anno avvicineranno anche loro ad un futuro tutt’altro che agevole.

Il mio augurio, amici Lettori, è molto semplice: che il Buon Dio ci dia salute e lucidità sufficienti per contribuire tutti a ritrovarci quanto prima nella serenità e nell’antico piacere di vivere appieno quel Bel Paese e quell’Isola unica al mondo, che da sempre costituiscono il nostro inestimabile tesoro.

Buon 2015 e buona vita a tutti!

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