Prevenzano ad Ischia diventa Yamaha
Onde evitare che i soliti buontemponi pensino a quella che, giornalisticamente parlando, viene definita “marchetta”, chiarisco a priori che i Prevenzano non sono miei clienti; e non essendo candidato alle elezioni comunali, un’eventuale insinuazione del genere sarebbe ancor più priva di sostanza. Ciononostante, credo che questo loro risultato sia degno di nota.
Sono tantissimi ad Ischia gli scooter e le moto Yamaha. Io stesso ne ho posseduti tre e conosco bene, in occasione di un tagliando periodico o di un qualsiasi intervento in assistenza, la scomodità di doversi recare a Napoli in due tornate (con tutte le spese suppletive che ciò comporta), in quanto ad Ischia non c’erano né concessionarie, né officine autorizzate.
Passando l’altroieri davanti ai punti vendita Prevenzano di Via Michele Mazzella, ho notato con estremo piacere -ancorché non sia più uno yamahista– il cambio d’insegna con i vessilli della casa nipponica, i cui prodotti sono importati e distribuiti in Italia da Belgarda s.p.a.. Quindi, finalmente, tutti i possessori del mitico T-Max e degli altri numerosi modelli a due ruote, trovano oggi a Ischia il loro punto di riferimento, senza doversi necessariamente spostare in terraferma.
Ne è passata di strada da quando Eugenio Prevenzano, sotto l’occhio vigile di sua madre, riparava vespe e motorini all’ingresso del “Vico di Lucione” a Ischia Ponte; o da quando, alla prima chiusura del traffico nel centro storico, si incatenò alla transenna, temendo legittimamente per il prosieguo della sua attività. Ma bisogna dire che da allora egli seppe guardare lontano, abbandonando la sede storica e decentrando l’attività in un punto nevralgico come la “Piripissa“, diventando dealer Aprilia e oggi compiendo il salto di qualità, a mio avviso, con un brand come Yamaha.
A Eugenio, a suo figlio e a tutti i suoi collaboratori, i miei complimenti sinceri, insieme all’immancabile “in bocca al lupo!”.
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Ora i tifosi veri sostengano l’Ischia a spada tratta!
La sconfitta interna di domenica contro la Sarnese ha riportato un pò tutti con i piedi per terra: non esistono gli infallibili, non esistono i progetti perfetti, non esistono i profeti e, soprattutto, non esistono le certezze matematiche sul buon esito delle previsioni dei tantissimi guru del calcio, nostrani e non. E neppure la politica può fare grandi miracoli rispetto al piacere dell’imprevedibilità sportiva che, seppure in piccola percentuale, la “palla tonda” riesce ancora a comportare.
Adesso, però, chi ha un pò di sale in zucca, anziché inscenare spettacoli indecorosi come quelli di ieri al “Mazzella”, farebbe bene a rifugiarsi prima in un profondo mea culpa (sia per l’accaduto, sia per il cieco trionfalismo che dura ormai da mesi e che spingeva a condannare quali blasfemi e calcisticamente eretici tutti coloro i quali la pensavano diversamente) e, subito dopo, a tener presente che tre punti di distanza dalla vetta non hanno ancora compromesso la tanto agognata promozione in LegaPro.
Tutto ciò premesso, oggi i tifosi veri dell’Ischia Isolaverde, a mio avviso, hanno il dovere di continuare a credere nel progetto di questa società e, soprattutto, negli uomini che lo stanno portando avanti: gli stessi che hanno difeso a spada tratta e a tutti i costi fin quanto le “botte” andavano bene. Non si può condividere “a corrente alternata”: o dentro, o fuori. E questo vale per tutto e tutti! O forse qualcuno avrà il coraggio di ammettere di essersi sbagliato?
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Ti aspettiamo, George!
Mentre Giosi Ferrandino e i suoi sodali, cazzeggiando con i soldi pubblici tentando di organizzare eventi di rilievo ma creando solo debiti su debiti e collezionando un numero infinito di brutte figure, sono riusciti in breve tempo a far cadere nel dimenticatoio una perla dell’estate ischitana come ISCHIA JAZZ, c’è chi continua a raccogliere degnamente l’eredità di quei quattro anni d’oro (2003-2006), creando un festival di altissima qualità con risorse quasi interamente private.
E’ il caso di Giancarlo Carriero e la sua famiglia, che con il loro sostegno economico e la direzione artistica del mio amico Cavalier Carlo Pagnotta (patron di Umbria Jazz e tra i guru mondiali di questo genere musicale), hanno fatto di PIANO E JAZZ in quel di Lacco Ameno un appuntamento irrinunciabile per intenditori d’ogni parte d’Italia. Proprio come lo era diventato “Ischia Jazz” ai miei tempi, dopo l’assoluto anonimato delle prime edizioni curate dai miei sventurati predecessori.
La perla di quest’anno è senza dubbio la presenza di un grande, grandissimo artista, che corona senza dubbio il mio sogno di sempre: AVERE GEORGE BENSON AD ISCHIA! Il grandissimo chitarrista e cantante sarà infatti presente a Piano e Jazz il 29 agosto, con un concerto che si terrà al Negombo, essendo il parterre di Villa Arbusto decisamente insufficiente per un evento del genere.
Come sempre, c’è chi nella vita preferisce i fatti alle chiacchiere; ma soprattutto, benché serva a poco, va ricordato che solo attraverso sinergie di qualità (proprio come la collaborazione del Comune di Ischia con Umbria Jazz, cui l’entourage ferrandiniano ritenne di poter rinunciare a cuor leggero e con tantissima presunzione ed arroganza) si riescono ad ottenere i risultati migliori. Ma a lavar la testa agli asini, si perde acqua, tempo e sapone: e di asini ormai, in Via Iasolino, ce ne sono fin troppi.
Ti aspettiamo, grande George!
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