E se il tempo castigasse i personalismi?
Angelino Alfano, parimenti a molti di quelli che lo circondano, non mi è particolarmente simpatico. Matteo Renzi è indiscutibilmente il principe dell’intraprendenza e dell’innovazione (almeno apparente) nella dialettica e nella proposizione politica. Entrambi, a dire il vero, sono accomunati da un gran senso di protagonismo e, se vogliamo, dalla necessità di emergere o -se preferite- galleggiare mantenendo un ruolo nel mare magnum della politica italiana.
La vita insegna che tutte le corde, troppo tirate, prima o poi si spezzano. Ieri sera, ascoltando le ultime notizie inerenti al possibile scisma nel PdL (di cui Alfano e gli altri “governativi” sono indubbi protagonisti) ed ai sondaggi in vista delle elezioni del nuovo segretario del PD, si è delineato davanti a me uno scenario immaginifico in cui il vice-premier siciliano e il sindaco fiorentino, seduti in terra l’uno accanto all’altro, si consolavano a vicenda: il primo, perché alla fine era la linea berlusconiana ad aver prevalso nel congresso nazionale, lasciandolo più isolato che mai sia dagli ex amici di centrodestra, sia dai volponi di centrosinistra con i quali compone l’attuale Governo; il secondo, perché sorprendentemente superato dall’outsider Cuperlo nella corsa alla leadership del PD.
Pensateci per un attimo: se questi due personaggi, il cui ego esasperato riesce a sopraffare ogni forma di moderazione, si ritrovassero povr e ‘ppazz dopo tanto casino, non potrebbe significare che qualcosa forse sta finalmente cambiando? O sarebbe solo l’ennesimo segnale che all’interno dei partiti nessuno ha intenzione concreta di abbattere gli obsoleti, tradizionali schemi di potere?
Leggi tuttoIschia dorme
Lucia è l’ultima, recentissima vittima delle nostre strade e, come al solito, dopo essere ripreso spontaneamente a caldo, il ragionamento pubblico sulla prevenzione è altrettanto puntualmente tornato nel dimenticatoio sia della gente comune, sia degli amministratori pubblici ischitani.
Il traffico è l’elemento dominante nella nostra Isola, tanto d’inverno quanto in estate, sebbene in forme e manifestazioni diverse. A palazzo, però (e parlo di tutte e sei i municipi, non solo di Ischia), sembrano ignorarlo.
La stagione turistica è praticamente terminata. In pochi contano il gruzzolo, altri stanno vedendo acuirsi la sofferenza di un’ulteriore annata difficile da sostenere, altri ancora non ce l’hanno fatta e hanno già chiuso i loro battenti, per sempre.
L’offerta turistica è sempre più appiattita e anche nei suoi standard più affermati, salvando le dovute eccezioni, scade progressivamente di qualità, a causa della totale incapacità di renderla flessibile alle esigenze di una domanda in continua evoluzione.
Il 2014 sta per arrivare, ma il problema depurazione e tutela di mare e verde non sembra appartenerci. Il nostro patrimonio naturale, quindi, continuerà ad essere mortificato dall’inciviltà e dal progresso senza limiti.
L’autunno avanza, l’inverno è quasi alle porte, ma di programmazione e, soprattutto, di rimedi efficaci e di immediata attuazione, nessuno parla. Come dire: “L’astc chiov e ‘a casa scorr!“.
Ischia ha bisogno di svegliarsi. Lo capiamo o no?
Leggi tutto
Ogni anno, il 2 novembre…
La ricorrenza del 2 novembre (data in cui anche il più incostante o recalcitrante frequentatore di cimiteri sente il dovere di recarvisi) ci pone con forza rispetto a un problema che non può più essere trascurato.
Ormai da anni il cimitero del Comune di Ischia è diventato insufficiente ad accogliere tutti i nostri defunti, vecchi e nuovi. Sì, perché nonostante l’insegnamento della famosa “Livella” di Totò, un distinguo è d’obbligo nell’osservare quanto sta accadendo, con feretri seppelliti lungo i corridoi e visitatori costretti a fare lo slalom tra le tombe per raggiungere il posto dei propri cari.
Nei fatti e con le debite proporzioni, i morti stanno superando i vivi. E che piaccia o no, non c’è più spazio per accoglierli con il criterio utilizzato sino a questo momento.
Nella tanto vituperata Germania di Angela Merkel (e non certo grazie alla cancelliera, considerato che si tratta di norme ben antecedenti il suo mandato), il culto dei morti è regolamentato in modo molto ferreo. Nei cimiteri pubblici (intendo quelli non appartenenti ad istituzioni religiose particolari) non esistono cappelle gentilizie, né edicole; la sepoltura (a prescindere se parliamo di inumazione o tumulazione) è effettuata solo ed esclusivamente nel terreno, indipendentemente dal fatto che la famiglia abbia preferito o meno la cremazione della salma. Una pratica, quest’ultima, che in Germania riguarda la quasi totalità dei casi. Ma la differenza sta nel fatto che, dopo trent’anni, i resti mortali vengono automaticamente rimossi (non so se smaltiti o depositati in fossa comune) e il posto viene liberato per successive sepolture.
Anni or sono, ad Ischia, fu un gruppo guidato da Gianni Vuoso a richiedere con forza la realizzazione di un impianto di cremazione sull’Isola, trovando prima disponibilità e poi opposizione popolare (puntualmente avallata dall’Amministrazione Comunale di turno) in quel di Serrara Fontana. Un’ipotesi, questa, che andrebbe senz’altro ripresa, ma che comunque non risolverebbe il problema, in assenza di un provvedimento congiunto dei sei Sindaci che, se nei loro poteri, dovrebbero in qualche modo trovare un sistema per creare un naturale ricambio nei nostri cimiteri e ridare dignità a tali luoghi, anziché pensare ad ulteriori, dispendiosi ampliamenti che oggi non sarebbero confortati neppure dalla comoda chance dell’esproprio.
Premesso che sia io che mia moglie abbiamo da sempre deciso di essere cremati, credo che l’Isola sia arrivata ad un punto di non ritorno rispetto a tale problema e che le sei amministrazioni, fin quando esisteranno ancora, non potranno continuare a lungo a scappare dalle tombe (pardon… dalle cannucce).
(photo: ischiamondoblog)
Leggi tutto