Noi, quelli fieri del ’94!

Facile chiamarci illusi, incantati, sognatori, gente senza storia politica: non eravamo in pochi -tutt’altro- ad aver creduto nel messaggio di speranza che partiva da un uomo di indiscutibile successo. Noi siamo quelli del ’94, uomini e donne di varie età che credevano in un Paese che poteva e doveva migliorare.

Oggi, dopo diciotto anni, dopo essere in tanti già da tempo a sentirsi in qualche modo traditi e delusi da lui, quell’uomo di successo si è fatto da parte, sancendo a tutti gli effetti la chiusura di un’epoca che al di là di pochi provvedimenti di indubbia utilità, non ci ha portato oltre quella mera speranza, rimasta tale. Resta, però, l’orgoglio e la fierezza di averci creduto con tutto il cuore e, soprattutto, di averci messo la faccia, quasi sempre investendo a fondo perduto, ma convinti più di sempre della bontà di ciò che facevamo e delle nostre idee.

Da qui ad aprile, saremo in tanti a dover decidere la strada da seguire. Ma nessuno potrà impedirci, nel nostro piccolo, di continuare a provare emozione e nostalgia nel ricordare lo sventolio di quella bandiera, le note di quell’inno e la preziosa esperienza che tutto quel tempo dedicato al Paese rappresenterà, per tutti noi e in tanti modi diversi, anche nelle scelte che verranno.

Chi non ha passato non ha storia! E di questa piccola storia, noi -quelli del ’94- siamo comunque fieri!

 

 

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