Mai firmato nulla contro la caccia ad Ischia!
Nonostante non mi occupi più di politica locale, mi rendo conto di essere ancora “l’oggetto del desiderio” di molti gratuiti ed insulsi detrattori. Onde rinviare al mittente e smentire, quindi, tutte le falsità che finanche su un argomento ludico quale la caccia, i soliti noti sono pronti a diffondere ancora oggi sul mio conto, ecco la lettera che ho inviato ai principali organi di informazione dell’Isola.
Nell’ambito della categoria dei cacciatori, come in tutte, esistono i furbetti e gli ingenui. I furbetti sono coloro i quali credono di poter approfittare dell’ingenuità altrui (un limite che spesso coincide con l’ignoranza, che in questa categoria neppure manca) per denigrare e/o demonizzare il prossimo (meglio ancora se avversario politico) e fare propaganda a proprio vantaggio o del potente di turno del quale è fedele lecchino. Negli ultimi giorni, rispetto all’assurda situazione che di fatto impedisce a tutti noi di andare a caccia sull’Isola d’Ischia, qualcuno ha tentato maldestramente di spargere la voce in qualche “rocchia” di cacciatori che la colpa di questa limitazione andrebbe attribuita alla Giunta Brandi (e in particolare a me), in quanto colpevole -ancorché cacciatore- di aver approvato alcune delibere che ponevano in essere, col tempo, il divieto di caccia ad Ischia.
Allora! Premesso che come sempre e più di sempre sono pronto al confronto con chiunque, intendo chiarire ai cacciatori in buona fede e che prima di ripetere acriticamente le puttanate che vengono raccontate loro, sono soliti azionare il cervello, tutto quanto segue:
1) Le zone S.I.C. e Z.P.S. nascono grazie ad un provvedimento della Regione Campania, all’epoca in cui era ancora presidente Antonio Bassolino, in adesione ad una direttiva comunitaria che offriva la possibilità di riconoscere zone di particolare pregio ambientale e preservarle.
2) La competenza dei Comuni per l’identificazione delle zone S.I.C. e Z.P.S. era ed è tuttora pari allo zero.
3) Mai e poi mai l’Amministrazione Brandi, di cui sono stato onorato di essere parte integrante, ha approvato un provvedimento di Giunta o di Consiglio che ostacolasse in alcun modo l’attività venatoria nel Comune di Ischia o, per quanto di competenza, sull’Isola intera.
4) Da approfondimenti che ho effettuato personalmente, i “furbetti” che attribuiscono all’Amministrazione Brandi la firma di provvedimenti restrittivi contro la caccia, si riferiscono a delibere di recupero di alcuni sentieri naturali, finanziati con fondi europei, che non contengono alcun impedimento né formale, né sostanziale, al regolare svolgimento dell’attività venatoria sull’Isola d’Ischia, né avallano o facilitano alcun iter anticaccia dalle nostre parti.
5) Se fino a questo momento l’assenza dei piani di incidenza nel nostro S.I.C. (come in tutta la Campania) ci ha consentito di andare ugualmente a caccia, mentre oggi le recenti pronunce del T.A.R. ce lo hanno impedito da un giorno all’altro, gli Amministratori locali non hanno alcuna colpa. Questa appartiene solo al lassismo e al menefreghismo della Regione Campania che tuttora non ha ancora provveduto alla redazione dei piani d’incidenza che, ad Ischia come ovunque vi sia un S.I.C., possono rendere compatibile la caccia con la presenza di un S.I.C..
Personalmente ho chiesto all’amico On. Fulvio Martusciello di occuparsi del problema. Ma oggi, essendo più libero del solito dai lacciuoli della politica, posso già anticipare che in assenza di un’adeguata risposta da parte della Regione Campania, sarò pronto a dare vita ad una class action che preveda il recupero delle somme versate dai Cacciatori di Ischia per la tassa regionale per l’esercizio venatorio 2012-2013, oltre a qualsiasi altra azione risarcitoria contemplata dalla Legge. Chi ha tanto a cuore la caccia ad Ischia, piuttosto che ascoltare gli idioti, ignoranti, furbetti, impostori e millantatori di turno, sia pronto ad uscire allo scoperto e metterci la faccia. Proprio come faccio io da sempre in tutte le iniziative pubbliche che mi riguardano!