Teleischia, i soliti tagli e… Caìna

L’emittente Teleischia, dopo il ricorso perso al TAR del Lazio con l’AGCOM contro la delibera che la condannava a tremila euro di multa e alla concessione di spazi compensativi a mio vantaggio (che non sono stato ancora invitato ad usufruire), sta adottando un’altra tattica: diffondere i miei comunicati soltanto quando ha l’opportunità di attaccarmi, commentandoli o facendoli commentare.

Martedì sera, nel riprendere il mio comunicato stampa sull’asta deserta per la vendita degli immobili comunali, la direzione di Teleischia ha espresso alcune valutazioni nel merito, menzionando episodi inesistenti e ricollegandoli ai miei trascorsi di maggioranza. Un comportamento, questo, che mi ha costretto a chiedere ed ottenere il diritto di replica, cui ha fatto seguito un’ulteriore puntualizzazione dell’emittente che mi ha dato ragione: fin qui, bravi!

Il problema, però, è che Teleischia ha abilmente tagliato, nel suo perfetto stile, la parte del mio comunicato in cui replicavo anche alle affermazioni in cui l’emittente alludeva a “blasonate società che con l’amministrazione Brandi erano quanto mai attive.” E questo soltanto perché proprio Teleischia dalla mia replica non ne sarebbe uscita poi tanto bene. Ecco perché!

Forse è vero! Ci sono state aziende che, come spesso accade, hanno avuto la fortuna, o la bravura, o tutt’e due, di lavorare bene nel corso dell’Amministrazione Brandi; come ce ne sono state altrettante che magari, per gli stessi motivi, hanno lavorato bene con l’amministrazione di Gianni Buono, o con quella di Luigi Telese, o con quella di Giosi Ferrandino, ma non con l’Amministrazione Brandi. E altre ancora, proprio come Teleischia, che invece sono risultate buone per tutte le stagioni (e le amministrazioni): merce rarissima in questi tempi di crisi, proprio come certe facce di bronzo.

Ma la verità è un’altra e porta a una considerazione di ordine generale. La natura delle persone difficilmente può mutare! Se la tua quotidianità è sempre stata caratterizzata da odio, invidia, ignavia, cattiveria, avidità, egoismo, non c’è attacco, delibera, ricorso, sentenza o sanzione che tenga. Chi nasce tondo non può morire quadro e, di conseguenza, non potrà mai avere né il buon senso di tacere quando è necessario, né di riconoscere il limite che non è il caso di oltrepassare (magari risparmiando anche qualcuno dei tanti soldini seppur provenienti dalla “mangiatora vascia“), né di comprendere che il sole al mattino spunta per tutti. Da certi pulpiti si è sempre pronti ad attaccare chiunque, facendo capire che sono guai per chi tocca Caìna e purché si persegua -pur non raggiungendolo mai- l’obiettivo di “demolire il nemico“, a volte senza un doveroso mea culpa. Come nel caso di quel direttore di televisione che spesso, nei suoi notiziari, ha puntato il dito contro i reati edilizi altrui, dimenticando di essere il primo ad avere annose grane giudiziarie per gli stessi motivi.

Ed ecco dove sta la differenza! In questi casi, bisogna continuare ad essere sé stessi, volando alto e lasciando che il polpo si cuocia nella sua stessa acqua putrida, o è preferibile scendere al suo livello, documentandosi meglio e, magari attraverso mezzi d’informazione non condizionati dalle lobbies di turno, menzionare nomi, cognomi, fatti e misfatti, sputtanando senza pietà i diretti interessati?

Per quanto mi riguarda, ho ben altro da fare. Ma attenti a non svegliare il can che dorme (o che fa finta di dormire)!

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